Organizzarsi lo studio: guida per pianificarlo al meglio

organizzare studio

Organizzarsi lo studio di un esame, di una prova, di un test o certificazione è da sempre una delle tematiche più discusse.

Migliaia di studenti, da quelli alle prese con il primo esame universitario a coloro che affrontano, ad esempio,  un percorso di studi per un master o un concorso, sono spesso alla ricerca del metodo di studio migliore o, almeno, di quello che fa al caso loro.

In quest’articolo cercheremo di dare una risposta ben chiara e dettagliata alla domanda: come pianificare lo studio?

Partiremo innanzitutto dal comprendere perché è importante organizzarsi la giornata, prendendo in considerazione il materiale da studiare e il tempo a disposizione per prepararsi

Attraverso una guida pratica indicheremo il metodo migliore per programmare una giornata di studio senza passare ore ed ore al giorno incollato alla sedia.

Infine daremo dei consigli utili per creare un ambiente di studio che possa mantenere alta la concentrazione e ottimizzare l’efficacia delle proprie sessioni giornaliere.

Perché è importante pianificare una giornata di studio?

La pianificazione dello studio è essenziale per comprendere:

  • il tempo necessario per preparare un esame
  • quali sono gli argomenti da apprendere in una determinata giornata
  • come dev’essere strutturata la una sessione giornaliera

Molti ritengono che organizzarsi lo studio sia una perdita di tempo.

Niente di più sbagliato.

Pianificare lo studio dà la possibilità non solo di sapere su cosa concentrarsi, ma anche di tracciare i progressi fatti, aumentando la motivazione, la costanza e la qualità dell’apprendimento, giorno dopo giorno, sessione dopo sessione.

Vagare alla rinfusa è di frequente dettato dalla difficoltà intrinseca nell’organizzazione dello studio stesso.

Spesso infatti è quasi più complicato definire un piano di studio che studiare in sé.

Non farlo però è un errore, poiché a lungo andare diventa difficile tenere alta la motivazione e, cosa ancor più grave, non si avrà la minima idea di come affrontare gli imprevisti che potranno verificarsi durante la preparazione.

Per sfuggire a questi errori di valutazione ed allenare quindi anche le proprie capacità di problem solving, porsi le domande giuste è il modo corretto per farlo.

Il primo aspetto su cui concentrarsi è “visualizzare la montagna davanti a noi”, ossia il carico di studio da “scalare”.

Quantificare il carico di studio: su quante materie concentrarsi?

Per capire qual è il carico di studio da affrontare in un esame, dobbiamo prenderne in considerazione gli elementi pratici, ossia:

  • la difficoltà della materia
  • L’effettiva mole di lavoro, che può esprimersi in quantità di pagine, slide, esercizi, prove da studiare

La difficoltà della materia è un elemento del tutto soggettivo. Esistono materie che si ritengono più semplici o complesse di altre. Questo aspetto è quindi relativo alle proprie conoscenze ed inclinazioni.

Per fare una valutazione pratica, quindi, dev’essere presa in considerazione la mole di lavoro, che, come abbiamo detto, può consistere in pagine da studiare, prove da superare, esercizi, capitoli, argomenti da affrontare e tanto altro.

Sommando questi elementi si avrà una panoramica del carico di studio.

Ovviamente ci saranno argomenti più semplici da apprendere, altri più difficili.

Per questo è importante quantificare una media del carico di studio su cui concentrarsi ogni giorno, come vedremo in seguito.

Per quanto riguarda invece la quantità delle materie da accorpare, diverse ricerche scientifiche affermano che studiarne più di una contemporaneamente contribuisce a tonificare l’elasticità mentale del cervello.

Quanto tempo si ha a disposizione per prepararsi?

Organizzarsi nello studio significa essere a conoscenza di quanto tempo si ha a disposizione per preparare l’esame, l’esercitazione, la prova o il test.

Questa informazione può fornirla un calendario apposito, grazie al quale si potrà quantificare il lavoro da spalmare all’interno delle sessioni di studio.

Un aspetto importante da considerare nella pianificazione dello studio di un esame è la previsione due distinte fasi:

  • la fase di apprendimento, ossia il tempo che dedichiamo a studiare una materia
  • la fase di ripetizione, ossia il tempo per ripetere ciò che abbiamo studiato

La fase di apprendimento è la più importante e richiede più tempo rispetto al ripasso del materiale, che può essere ipoteticamente stabilito in un range del 15-20% del tempo della prima fase.

In conseguenza di ciò, l’operazione semplice da fare per pianificare il proprio studio  è dividere il carico di lavoro (numero di argomenti/esercizi da fare) per il numero di giorni a disposizione, prevedendo il 15% del proprio tempo disponibile per la ripetizione del materiale.

Regola 1: Buon senso

Come ogni metodo, anche questo ha delle criticità che possono concretizzarsi nella distribuzione disomogenea del carico di lavoro nel tempo.

Può ad esempio capitare che si riesca a studiare di più di quanto prestabilito nel proprio programma di studio, in quanto l’apprendimento dei concetti è più semplice del previsto.

Oppure può accadere che non si riesca a rispettare il numero di argomenti perché richiedono più tempo per essere compresi.

Se ci si accorge di queste due problematiche dovrà venire in nostro soccorso semplicemente il buon senso.

Se è possibile studiare di più, si aumenta di conseguenza l’obiettivo giornaliero, così da dedicare più tempo al ripasso.

Viceversa, se non si riesce a studiare quanto prestabilito, è necessario dedicare più spazio ad imparare e meno a ripetere.

Regola 2: Scegliere obiettivi realistici e non immaginari

Pianificare le sessioni di studio non deve rispecchiare solo il risultato, ma anche sé stessi, le proprie capacità e i propri tempi.

E’ consigliabile quindi essere sinceri e porsi obiettivi realistici.

Se in media la propria capacità di studio si attesta intorno ai 3 argomenti al giorno, non ha senso programmare di studiarne il doppio.

Ognuno ha i suoi tempi di apprendimento ed è giusto che sia così.

E’ possibile allenarsi per progredire negli obiettivi, ma avere aspettative troppo alte sarà deleterio al raggiungimento del risultato.

Inoltre cosa importante da considerare non è solo l’obiettivo, ma anche l’esperienza in sé, che va goduta per l’arricchimento personale durante tutto il suo percorso.

Per questo un altro aspetto da valutare è cucire addosso un piano di studio che si adatti al proprio stile di apprendimento.

Capire il proprio stile di apprendimento

Lo stile di apprendimento è il modo predominante con il quale una persona riesce a far suo un concetto durante lo studio.

Esistono diversi stili di apprendimento, ma in linea di massima possiamo identificarne 4:

  • apprendimento visivo, la cui caratteristica è ricordare concetti tramite il supporto di video, immagini e schemi grazie ad una sviluppata memoria visiva.
  • apprendimento auditivo, nel quale si tende a ricordare più facilmente un concetto se lo si ascolta attraverso video/audio lezioni o ripetendo i concetti ad alta voce.
  • apprendimento logico, in cui lo studente tende ad apprendere formulando collegamenti, mappe concettuali o ad utilizzare appunti durante le lezioni.
  • apprendimento cinestetico, in cui si impara un concetto mettendo in pratica i suoi principi, esaminando e sbagliando sul campo in maniera concreta.

Non esiste uno stile migliore di un altro.

Né è detto che una persona abbia un solo stile di apprendimento.

Molti infatti adottano più stili parallelamente ed in maniera del tutto inconscia.

Comprendere qual è il proprio stile però è una consapevolezza preziosissima per ottimizzare lo studio sfruttando i propri punti di forza.

Trasformare gli obiettivi in un piano di studio: ecco come

Esaminate tutte queste informazioni, è ora di mettersi a lavoro per organizzarsi nello studio.

Ecco come fare praticamente.

1. Calendario alla mano

Prendere il calendario e pianificare su quali argomenti ci si dovrà concentrare ogni singolo giorno.

2. Ore di studio

Definire per ogni giorno quante ore di studio sono necessarie.

Per uno studente full time, la giornata di studio dovrebbe essere di almeno 7-8 ore. Per uno studente part time diviso tra lavoro ed esami, allora 2-3 ore al giorno sono già un ottimo risultato.

3. Sessione di studio

Definire in maniera chiara la sessione di studio-tipo.

Ecco qui uno schema di riferimento:

  •  9.30 – 11.30: Studiare 10 pagine / 1° capitolo / 1 esercizio
  • 11.30 – 11.45: Pausa
  • 11.45 – 13.30: Studiare altre 10 pagine / 2° capitolo / 1 esercizio
  • 13.30 – 14.30: Pausa pranzo
  • 14.30 – 15.30: Ripassare ciò che si è studiato nelle prime due sessioni
  • 15.30 – 17.30: Studiare altre 10 pagine / 3° capitolo / 1 esercizio
  • 17.30 – 18.00: Pausa
  • 18.00 – 18.30: Ripassare ciò che si è studiato nelle sessioni precedenti

4.Pause

La programmazione delle pause nello studio è fondamentale per mantenere alta la concentrazione, la motivazione e la lucidità per tutta la durata della sessione.

Una metodologia molto semplice da applicare è la tecnica del pomodoro.

Questa tecnica consiste nella scomposizione delle sessioni di studio in blocchi di 25 minuti.

Durante quei 25 minuti il focus dev’essere mantenuto solo e soltanto sullo studio.

Via smartphone (meglio se in un’altra stanza) o qualsiasi altro tipo di distrazione.

Conclusa una sessione, seguiranno 5 minuti di pausa, per poi ricominciare a studiare altri 25 minuti e così via.

Tante altre sono le caratteristiche di questa piccola ma potente tecnica anti-distrazione, che è possibile approfondire in quest’articolo dedicato ai segreti della tecnica del pomodoro per sfruttarla al meglio.

5. Ambiente di studio

Un’altra cosa di cui è indispensabile preoccuparsi è creare un ambiente di studio che sia in linea con gli obiettivi.

●      Creare la “Stanza dello studio”

L’ideale innanzitutto sarebbe avere una “stanza dello studio”, ossia un luogo adibito solo ed esclusivamente a quello, diverso, ad esempio, dalla camera da letto.

●      Mettere in ordine la scrivania

La scrivania è l’ambiente di lavoro per eccellenza.

Tenerla ordinata è utile a mantenere tutto sotto controllo, anche il proprio “ordine interno”, indispensabile per la concentrazione.

●      Cibi per la mente

Acqua e snack sani sono alleati vincenti per sostenere la mente durante la sessione.

La loro presenza sulla scrivania è vivamente consigliata.

●      Musica alleato della concentrazione

Molte ricerche scientifiche hanno dimostrato che studiare in compagnia della     musica            aiuta a mantenere alto il focus e riduce drasticamente le distrazioni.

Utilizzare la musica classica è consigliato, ma ognuno ha il tipo di musica che lo concentra di più.

6. Staccare completamente dallo studio

Una volta conclusa la sessione di studio, è importante smettere di pensare a ciò che si è fatto o eventualmente non si è fatto.

Concedersi almeno un paio d’ore della giornata per sé stessi gioverà alle giornate di studio successive e alla propria forma psico-fisica.

L’ideale sarebbe potersi ritagliare almeno una giornata di tempo durante la settimana da dedicare a qualsiasi altra cosa al di fuori dello studio.

Vita sociale, palestra, hobby, interessi, famiglia sono solo alcune delle cose a cui ci si può dedicare.

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